Omi: L'intelligenza artificiale indossabile che ascolta, impara e non si spegne mai

L'ultima impresa di Nik Shevchenko, Omi, è un assistente AI indossabile che mira a ridefinire il modo in cui interagiamo con la tecnologia, leggendo la vostra mente. O almeno, questo è l'obiettivo finale. Attualmente, Omi è un dispositivo rotondo da indossare sulla tempia o come ciondolo che ascolta le conversazioni e fornisce approfondimenti, notifiche e azioni personalizzate. Si tratta di un passo avanti verso la creazione di compagni AI che si sentano più umani e intuitivi, colmando il divario tra gli assistenti vocali come Alexa e le future interfacce cervello-computer.

Shevchenko ritiene che, per essere veramente utile, l'IA debba andare oltre la semplice risposta ai comandi vocali. Omi è già in grado di rilevare quando gli utenti gli parlano direttamente senza bisogno di una parola d'ordine e può riassumere riunioni, fornire informazioni in tempo reale e persino suggerire azioni da intraprendere. Durante una dimostrazione, ad esempio, Omi ha risposto rapidamente a una domanda sui prezzi dei Bitcoin, fornendo le informazioni tramite la sua app companion. Grazie al microfono sempre attivo e all'assenza di parole d'ordine, Omi si posiziona come parte integrante della routine quotidiana degli utenti.

Il potenziale di Omi non si limita alle attività di base. La piattaforma open-source del dispositivo comprende già 250 app, che consentono agli sviluppatori di integrare Omi con servizi come Zapier e Google Drive. Shevchenko immagina Omi come qualcosa di più di un semplice dispositivo: lo vede come una piattaforma per la creazione di mentori AI personalizzati, in grado di fornire consigli, feedback e suggerimenti quando necessario. La sua esperienza personale con Omi include una funzione "Persona" che gli permette di chattare con una versione AI di Elon Musk, offrendogli indicazioni sui suoi progetti.

Nonostante le promesse, Omi è tutt'altro che perfetto. Il lato dell'interfaccia cervello-computer del dispositivo rimane sperimentale e rudimentale, basandosi su un singolo elettrodo per rilevare quando gli utenti gli parlano. Le notifiche dell'app Omi sono talvolta fuori bersaglio e il sistema fatica a essere preciso. Tuttavia, Shevchenko non si lascia scoraggiare da questi primi ostacoli, sottolineando l'approccio iterativo di Omi e la sua dipendenza dai modelli di intelligenza artificiale di OpenAI e Meta per un miglioramento continuo.

L'idea di assistenti AI sempre attivi non è nuova e Omi deve affrontare la concorrenza di altri indossabili come il Limitless Pendant e Friend. Quest'ultimo ha persino scatenato una faida pubblica tra Shevchenko e l'amministratore delegato di Friend, Avi Schiffmann, con accuse di furto di idee e una bizzarra diss track freestyle rap. Nonostante il dramma, Shevchenko ritiene che l'approccio open-source di Omi e il più ampio ecosistema di applicazioni lo aiuteranno a distinguersi in un mercato affollato.

È innegabile che gli assistenti AI stiano diventando sempre più comuni, dagli indossabili come Omi ai chatbot come Character.AI e Replika. La sfida consiste ora nel rendere questi assistenti più utili e meno invadenti. La visione di Shevchenko per Omi prevede che il dispositivo diventi un vero e proprio compagno digitale, sempre pronto ad assistere e imparare dagli utenti. Tuttavia, la tecnologia solleva problemi di privacy, specialmente con un microfono sempre attivo che cattura ogni parola.

Sebbene il viaggio di Omi verso la lettura del pensiero sia ancora agli inizi, l'indossabile rappresenta un tentativo coraggioso di superare i confini dell'interazione uomo-Io. Resta da vedere se i consumatori sono pronti ad abbracciare un dispositivo AI che li ascolta 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ma con l'evoluzione dell'IA, è chiaro che il confine tra gli assistenti digitali e i veri compagni dell'IA continuerà a sfumare.

Riconoscimenti

• Ispirato all'articolo di David Pierce "Omi è un altro indossabile con intelligenza artificiale - ma questo sta cercando di leggerti nel pensiero", pubblicato l'8 gennaio 20025 su The Verge.